Il costante aumento della penetrazione delle connessioni digitali a livello globale sta portando alla crescita del mercato dei veicoli connessi. Secondo una analisi della società di ricerca ed elaborazione dati Statista, nel 2018 nel mondo circolavano 116 milioni di veicoli connessi: una cifra destinata a salire a 342,6 milioni nel 2030. Alla luce di questi dati è quindi fondamentale che Governi, aziende e comunità locali si preparino a predisporre progetti e infrastrutture adeguate al nuovo scenario di mobilità evoluta con cui si troveranno a fare i conti nei prossimi anni. Alcune grandi città stanno già facendo passi concreti per essere preparate alla nuova realtà. È il caso di Londra, con il progetto Smarter London Together, o di Amsterdam con il programma Smart Mobility oppure di Toronto, Dubai e Singapore che stanno compiendo investimenti importanti nello sviluppo di queste soluzioni. Anche l’Italia si sta facendo dei passi avanti, con Torino che assume un ruolo di avanguardia.
Il mercato mondiale ed europeo della Smart Mobility
La Smart Mobility rappresenta un mercato in forte crescita a livello globale. Nel 2018 gli Stati Uniti hanno rappresentato il principale mercato a livello mondiale (6,4 miliardi di dollari di ricavi); quello cinese, invece, è quello con la maggiore crescita potenziale (+18% dal 2018 al 2023). Anche per il mercato europeo, emerge da un rapporto di Intesa SanPaolo dedicato al tema della Smart Mobility, si prevede una forte crescita nei prossimi anni: al 2023 si stimano 106 milioni di veicoli connessi in circolazione in Europa. Tra i maggiori Paesi del Vecchio Continente il mercato leader, in termini di ricavi, è quello tedesco, seguito da Regno Unito, Francia e Italia. Per quanto riguarda il mercato italiano, a fine 2023, nel nostro Paese si contano 16,9 milioni di auto connesse, poco meno della metà del parco circolante (42%).
Cresce il mercato italiano, +17% nel 2023 a 2,9 miliardi
Entrando nel dettaglio, il mercato italiano della Smart Mobility ha raggiunto nel 2023 un valore di 2,9 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al 2022. Un risultato di tutto rispetto, se messo in relazione a quello dei principali Paesi occidentali, che presentano una crescita tra il +10% e il +20%. In particolare, secondo una ricerca dell’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano, le soluzioni per l’auto connessa valgono 1,56 miliardi di euro (+11%), i sistemi di Advanced Driver Assistance Systems (Adas) integrati nei nuovi modelli, come la frenata automatica d’emergenza o il mantenimento del veicolo in corsia, raggiungono i 950 milioni di euro (+28%), mentre le soluzioni Smart Mobility nelle città, in primis per la gestione dei parcheggi e la sharing mobility, valgono 400 milioni di euro (+18%).
Sistemi di Smart Mobility in Italia, forme e tipologie
Delle 16,9 milioni di auto connesse nel nostro Paese, 5,1 milioni sono nativamente connesse tramite sim in ambito consumer (+19% rispetto al 2022) mentre 1,5 milioni sono le auto aziendali connesse per il fleet management (+25%) e 10,3 milioni quelle dotate di box Gps/Gprs per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (+3%). Sul fronte dell’auto a guida autonoma, solo il 15% degli utenti si dichiara propenso a utilizzarne una nei prossimi anni. I principali motivi tra chi è favorevole sono la comodità di “poter fare altre attività durante il tragitto” (43%), la maggiore sicurezza (34%) e la possibilità di trovare parcheggio autonomamente (29%). Confortanti sono i dati relativi alla sensibilità delle autorità locali. Si segnalano in aumento, infatti, le iniziative portate avanti da Comuni, Province e Regioni. nel 2023 il 53% dei comuni ha avviato progetti, nel 2022 erano il 50%. Poco più di tre comuni su quattro (77%) hanno avviato almeno un progetto nel triennio 2021-2023, con mobilità elettrica (88%) e sharing mobility (72%) ai primi posti.
Per il futuro, si guarda anche a nuove sperimentazioni, in primis in ambito guida autonoma (31%), Air Mobility e Mobility as a Service (MaaS, 16%). Rispetto al 2022, aumentano le iniziative che sfruttano i dati per offrire servizi ai cittadini o condividerli con altre società (25%, +9%). Ancora, però, con utilizzo prevalente di tipo informativo o diagnostico: nessun comune utilizza i dati in modo adattivo, sfruttando algoritmi di Intelligenza Artificiale. Nel triennio 2021-2023 è aumentato, inoltre, il numero di iniziative dei progetti MaaS (Mobility as-a-service). In Italia l’attenzione dei comuni è rivolta all’attivazione di diverse sperimentazioni in questo ambito, anche grazie agli stanziamenti del Pnrr dedicati al progetto “MaaS4Italy” nel 2023: 16 milioni di euro destinati a progetti pilota che mirino ad espandere l’utilizzo della mobilità integrata. Tra i servizi MaaS di maggiore interesse per il consumatore troviamo il trasporto pubblico urbano (30%), le soluzioni per il parcheggio (24%) e il car sharing (18%).
L’altra faccia della Smart Mobility: le Smart Roads
Il dispiegamento delle potenzialità della Smart Mobility passa attraverso la disponibilità di un sistema di infrastrutture capace di integrare pienamente il contenuto digitale a disposizione di chi guida un autoveicolo connesso. In questo senso lo sviluppo di Smart Road & Smart Infrastructure rappresenta un tassello imprescindibile per la diffusione su vasta scala del nuovo paradigma di mobilità digitale e connessa. Gli investimenti che si stanno dispiegando a livello nazionale e internazionale dimostrano che esiste un’ampia consapevolezza dall’importanza che l’integrazione delle più recenti tecnologie nelle infrastrutture fisiche per la mobilità può avere per rispondere alle esigenze delle città del futuro. Si pensi, infatti, che dei 258 progetti censiti nell’ambito delle Smart Roads a partire dal 2015 a livello globale, ben 141 sono stati lanciati nel biennio 2022-23. In Italia sono 19 le iniziative attivate negli ultimi tre anni, con esempi recenti particolarmente virtuosi, a riprova dell’impegno e dell’interesse del Paese su questo fronte.
Le Smart Roads in Italia
Nel quadro normativo italiano il concetto di Smart Roads è stato introdotto nel 2018. In quell’anno, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha istituito l’Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road e per il veicolo connesso e a guida autonoma’. Poi con il decreto Smart Road, il Governo ha voluto delineare il percorso per la realizzazione delle strade intelligenti, individuando gli standard funzionali in relazione alle nuove tecnologie da utilizzare e prevedendone le diverse fasi di sviluppo. Nella prima fase, entro il 2025, il decreto formalizza l’impegno ad intervenire in via prioritaria nelle infrastrutture italiane appartenenti alla rete europea TEN-T (Trans European Network) e successivamente all’intera rete di autostrade e strade nazionali. Entro il 2030 verranno attivati servizi aggiuntivi compresi sistemi intelligenti per la deviazione dei flussi di traffico e proposte di percorsi più scorrevoli, interventi sulla velocità media finalizzati alla prevenzione della congestione, gestione dinamica degli elementi necessari durante la percorrenza.
Il progetto all’avanguardia del Comune di Torino
Tra i progetti in fase di sviluppo in Italia quello del Comune di Torino è senza dubbio il più avanzato e rientra in uno dei 27 progetti di ricerca, innovazione e sperimentazione finanziati da Smart Networks and Services Joint Undertaking, un progetto finanziato dall’Unione europea per sostenere l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale. In particolare, il capoluogo piemontese punta a diventare in Italia un laboratorio europeo di sperimentazione per le nuove soluzioni di tecnologie 5G e 6G applicate alle auto a guida autonoma e connessa, rendendosi protagonista nella ricerca di soluzioni e modelli utili a raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea per il 2030 in materia di ambiente, energia e clima. L’obiettivo del progetto ENVELOPE è sostenere lo sviluppo di piattaforme sperimentali e prove su larga scala per promuovere la diffusione del 5G e testare le nuove soluzioni tecnologiche che porteranno alla definizione del 6G, applicate al settore della mobilità urbana con un focus sulla guida cooperativa autonoma e connessa.
I casi d’uso torinesi riguarderanno in particolare la dimostrazione dell’utilizzo di mezzi autonomi come “sensori”, diffusi e connessi al fine di migliorare la sicurezza stradale, consentendo, ad esempio, di ricostruire in tempo reale le dinamiche di un eventuale incidente o di identificare modifiche all’ambiente circostante. Saranno utilizzati due prototipi di auto a guida autonoma e connessa per la sperimentazione della piattaforma del progetto, basata su tecnologie 5G e 6G. Il “cervello” dell’auto, ovvero il computer di bordo, è in grado di stabilire il quadro completo della situazione attraverso la fusione dei dati provenienti dalle telecamere HD, LiDAR, ultrasuoni, RADAR, GPS, integrati in tempo reale. La vettura è in grado di circolare in modo autonomo ricostruendo digitalmente l’ambiente circostante in modo virtuale e muovendosi nello spazio fisico.
Riflessioni Finali
Il settore della Smart Mobility presenta senza dubbio grandi potenzialità di crescita. Grazie ai nuovi modelli digitali per l’erogazione dei servizi, e grazie al potenziale delle tecnologie di analisi dei dati, si prevede che la connettività sarà in grado di generare nuovi profitti per le case automobilistiche, ottimizzare l’esperienza dei passeggeri e migliorare la sicurezza. Ugualmente anche i fornitori di infrastrutture tecnologiche per la connettività stanno trovando in questo segmento di mercato spazi per allargare la loro base di ricavi. Non c’è dubbio, inoltre, che proprio il settore della mobilità sia quello che, più di altri, avrà un impatto positivo, immediato e diretto sulle attività dei consumatori/guidatori. Gli algoritmi di intelligenza artificiale, ad esempio, consentiranno di anticipare e ottimizzare le esigenze dei passeggeri sulla base di dati raccolti da diverse fonti: applicazioni mobili, social media, canali di vendita online, dati biometrici dei conducenti e soprattutto i dati ottenuti da varie fonti IoT da Smart Home e Smart Office. Grazie a questo set di dati a disposizione del veicolo connesso, sarà possibile personalizzare l’esperienza di bordo e per abilitare nuovi servizi per la sicurezza e l’infotainment.