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Le reti di telecomunicazioni si stanno evolvendo significativamente e con ritmi estremamente rapidi. Le principali novità all’orizzonte non si limitano al solo 5G ma riguardano anche un’evoluzione più profonda che sta interessando l’architettura stessa delle reti. È il caso della Open RAN (un acronimo che sta per Open Radio Access Network) ovvero della tecnologia che punta a superare il concetto di ‘proprietà’ dei sistemi hardware e software che compongono le reti mobili consentendo una piena interoperabilità dei vari apparati, o nodi, delle infrastrutture. Open RAN è un’iniziativa a cui hanno aderito operatori di telecomunicazioni per ‘aprire’ la rete di accesso radio alla possibilità di utilizzare apparati diversi per i vari blocchi funzionali – anche utilizzando hardware generico non verticalizzato su uno specifico vendor tecnologico – garantendo la capacità di interoperare tra di loro tramite un set di interfacce e protocolli standard aperti.

Open RAN: una idea di infrastruttura aperta

Il concetto di Open RAN prevede innanzitutto che la rete di accesso non sia più costituita da apparati monolitici che gestiscono tutte le funzioni di una stazione radio base, ma che questa sia suddivisa in diversi blocchi funzionali distinti, denominati in gergo RU (Radio Unit), DU (Distributed Unit) e CU (Centralised Unit). In secondo luogo, questi blocchi funzionali devono poter comunicare tra di loro tramite delle interfacce standard e trasparenti che garantiscano l’interoperabilità tra apparati e software prodotti da fornitori diversi, in modalità, quindi, così detta ‘aperta’.

Open RAN negli Usa, il progetto di Ericsson e AT&T

Per comprendere al meglio l’importanza che molti operatori attribuiscono a questa tecnologia basti pensare che negli Usa, Ericsson e AT&T hanno siglato lo scorso dicembre un’importante partnership quinquennale del valore di circa 14 miliardi di dollari. Il piano Open Ran di AT&T prevede che entro la fine del 2026 il 70% del traffico della rete wireless fluisca su piattaforme con architettura aperta. L’azienda prevede, infatti, di avere siti RAN aperti completamente integrati, che operano in coordinamento con Ericsson e Fujitsu, a partire dal 2024. L’abbandono di interfacce proprietarie chiuse consentirà di scalare e gestire rapidamente l’hardware di fornitori diversi, in ogni sito della rete. A partire dal 2025, l’azienda scalerà nell’ambiente Open Ran tutta la sua rete wireless in coordinamento con diversi fornitori come Corning Incorporated, Dell Technologies, Ericsson, Fujitsu e Intel. L’impegno congiunto pluriennale di AT&T ed Ericsson per l’implementazione dell’Open Ran giunge in un momento cruciale del ciclo di innovazione del 5G.

Il passaggio a una rete wireless aperta, agile e programmabile consentirà ad AT&T di sfruttare rapidamente la tecnologia wireless di prossima generazione e lo spettro radio quando sarà disponibile. L’architettura aperta di Ericsson fornirà una base e un trampolino di lancio per gli sviluppatori che promuoveranno l’innovazione attraverso reti aperte e programmabili e porteranno nuovi fornitori nel settore. Ciò favorirà la modernizzazione e la concorrenza nel mercato statunitense delle apparecchiature wireless. L’azienda prevede che l’aumento della concorrenza nel mercato RAN statunitense produrrà maggiore innovazione e maggiore efficienza. Il percorso verso l’Open Ran – con i fornitori che distribuiscono hardware aperto, migrano verso il cloud Ran e introducono tecnologie radio di terze parti – porta a una maggiore flessibilità nella scelta delle apparecchiature, a una riduzione dei costi di rete e a una maggiore efficienza operativa. Non male considerando le difficoltà finanziarie in cui versa il settore delle Telco.

Nokia e Vodafone lanciano l’Open RAN in Italia

In Italia il progetto Open RAN più avanzato è quello portato avanti da Nokia e Vodafone che hanno recentemente annunciato di aver completato con successo la prima sperimentazione in Italia della tecnologia Open RAN di Nokia sulla Rete di Accesso Radio 5G, attraverso l’estensione ad alcuni siti della rete live. Questa sperimentazione, che le due aziende hanno portato avanti nell’ottica di garantire una maggiore flessibilità nello sviluppo delle reti mobili, ha l’obiettivo di spianare la strada a nuove funzionalità basate su software che faciliteranno l’impiego della connettività 5G in vari settori, dalla telemedicina alle case, dai trasporti alle industrie. Durante la sperimentazione Open RAN sulla rete live di Vodafone Italia sono state confermate le potenzialità di questa soluzione che garantisce funzionalità e prestazioni in linea con reti radio tradizionali attualmente in uso, come velocità di download fino a 1,1 Gbit/s e di upload fino a 160 Mbps. “Risultati incoraggianti – affermano le due aziende – sono stati raggiunti anche in termini di latenza”. A livello tecnico la sperimentazione è stata condotta utilizzando apparati radio ad alta capacità AirScale Massive MIMO di Nokia e la prima implementazione del software Open RAN di Nokia in esecuzione su server hardware general Purpose (Commercial-off-the-shelf- COTS) di Dell ed utilizzando l’infrastruttura cloud di Red Hat.

La sperimentazione comprende anche il nuovo sistema di gestione della rete radio MantaRay di Nokia, per una visione consolidata della rete ed un miglior monitoraggio e gestione del traffico. La sperimentazione ha inoltre evidenziato la maturità dell’approccio Open RAN, progettato per offrire agli operatori di telefonia mobile e alle imprese una maggiore flessibilità nella costruzione di reti multi-vendor. Nelle intenzioni di Nokia e Vodafone una piattaforma così concepita consentirà a un maggior numero di fornitori di software e hardware indipendenti, start-up e aziende locali di partecipare alla sfida utilizzando API (Application Programming Interface) aperte, stimolando l’innovazione e la competitività dell’Europa, incrementando al contempo l’autonomia digitale e la resilienza della catena di approvvigionamento. Vodafone ha l’ambizione di avere il 30% delle sue stazioni Radio base su tecnologia Open RAN in Europa entro il 2030, sulla base dell’implementazione di siti con questa soluzione tecnologica nel Regno Unito e in Romania. L’auspicio è che questo approccio possa favorire l’adozione su larga scala di soluzioni di disaggregazione tra hardware e software e l’automazione, promuovendo uno sviluppo più agile e veloce delle reti grazie ad un più ampio e ricco ecosistema.

“Vodafone è impegnata a sostenere lo sviluppo e l’adozione di Open RAN in tutto il mondo, promuovendo un ecosistema diversificato di partner e soluzioni. Questo approccio offre numerosi vantaggi, tra cui una maggiore scelta, una maggiore efficienza energetica, una maggiore capacità di rete e migliori prestazioni per i clienti”, ha commentato Santiago Tenorio, Direttore dell’Architettura di Rete di Vodafone. Per Mark Atkinson, responsabile RAN di Nokia “l’approccio collaborativo anyRAN di Nokia significa che i fornitori di servizi di comunicazione possono implementare Open RAN con l’hardware del server e il livello CaaS di loro scelta. Insieme ai nostri partner, ci impegniamo a fornire ai nostri clienti una scelta più ampia e prestazioni più elevate nelle soluzioni Open RAN rispetto a quelle offerte da altri fornitori di RAN”.

Il progetto di Vodafone per l’Europa

Quanto Vodafone e Nokia stanno portando avanti in Italia rappresenta una ulteriore tappa della strategia di Vodafone che punta ad implementare la tecnologia Open RAN in tutta Europa, con l’obiettivo di basare il 30% dei suoi siti su questa tecnologia entro il 2030. Questo progetto prenderà avvio nel Regno Unito dove Vodafone ha iniziato a sviluppare 2.500 siti sul territorio nazionale dando così vita alla prima implementazione su larga scala in Europa, realizzata in collaborazione con Dell, NEC, Samsung e Wind River. Il primo sito Open RAN in Gran Bretagna è stato inaugurato nel gennaio 2021 a Bath, nel Somerset. Alla fine del 2023, Vodafone aveva installato oltre 22 siti, tra cui quelli nelle città di Torquay ed Exeter e il management dell’azienda ritiene che Vodafone UK sia sulla buona strada per conseguire il suo obiettivo di implementare 2.500 siti RAN aperti. Vodafone, a questo proposito, ha annunciato una ‘call’ per l’installazione della tecnologia su tutta la sua rete globale. Lo scorso febbraio, inoltre, ha annunciato di averne avviato il lancio commerciale in 20 città della Romania, sempre in collaborazione con il partner Samsung.

Conclusioni

I vantaggi della Tecnologia Open RAN sono molteplici. Per gli operatori vorrà dire non essere più vincolati ad un singolo fornitore ma poter diversificare in modo consistente la propria supply chain, accedendo ad un più ampio ventaglio di soluzioni hardware e software, portando così ad una maggiore concorrenza. La separazione in diversi blocchi funzionali permetterà inoltre di adottare architetture diverse in funzione dei casi d’uso o dei servizi che l’operatore vorrà offrire, ma anche di poter far evolvere la rete di accesso radio in modo più scalabile e rapido di quanto non fosse possibile fare fino ad oggi. Se l’hardware diventa uno schema generale aperto, nuove funzionalità o aggiornamenti potranno essere introdotti semplicemente agendo sul software, tagliando così tempi e costi di implementazione. Il maggior ruolo dato al software consentirà quindi di introdurre in modo molto più veloce nuove funzionalità e di far entrare nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale nella rete di accesso, portando ad un miglioramento nella gestione delle risorse di rete e dei dispositivi mobili ad essa connessi. Ovviamente, per dispiegare le potenzialità di questa nuova tecnologia, saranno necessari ingenti investimenti e lo sforzo di coordinamento per permettere l’interoperabilità tra fornitori diversi richiederà diversi anni prima di arrivare al consolidamento dell’architettura Open RAN sul mercato. Ciò che è certo è che questa soluzione potrebbe, finalmente, consentire una concorrenza di mercato basata sulla qualità dei servizi invece che sull’abbattimento delle tariffe applicato senza controllo nel settore di riferimento.