Le reti private 5G sono un segmento promettente del mercato delle Tlc. Molte aziende vedono in questa soluzione tecnologica una risposta alle loro esigenze di connettività al servizio della attività imprenditoriale che svolgono. Maggiore sicurezza e tutela della privacy, connettività più affidabile e sicura: sono questi gli elementi che in genere vengono chiamati in causa quando si sceglie la rete privata 5G come strumento della comunicazione aziendale. Nonostante i vantaggi riconosciuti e le soluzioni fornite dagli operatori domestici, le reti private restano ancora uno strumento molto poco utilizzato dalle imprese italiane. In molti Paesi europei le Private Network sono diventate uno standard diffuso mentre in Italia gli esempi concreti di applicazione di questa soluzione tecnologica si contano sulle dita di una mano. Il Governo potrebbe agevolare l’adozione di queste reti introducendo degli incentivi ma finora la risposta dell’esecutivo è stata estremamente timida.
Reti Private 5G: un mercato pronto al salto ma l’Italia è in ritardo
Le Private Network sono tra le innovazioni legate al 5G con le potenzialità più elevate per lo sviluppo del settore delle telecomunicazioni. Il mercato italiano è in ritardo rispetto alle maggiori economie europee ma anche nel nostro Paese si sta assistendo alle prime realizzazioni di reti private 5G, nelle quali le imprese ravvisano tra i benefici principali quelli di un “maggior controllo e configurazione di rete, risorse e operazioni”, una “migliore affidabilità e resilienza della rete” e “una migliore privacy e sicurezza”. In Europa si contano al settembre 2023 ben 94 reti private con tecnologia 5G ma di queste solo 4 sono in Italia. Eppure le prospettive di sviluppo del settore sono ampie o note agli operatori. Secondo un recente studio condotto dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano il giro d’affari su scala europea di questo settore potrebbe superare quota 1,7 miliardi entro i prossimi tre anni, con l’Italia a pesare per circa il 10% di questo valore, posizionandosi al quarto posto in Europa. Lo scenario più ottimistico traguarda inoltre il comparto oltre i due miliardi di euro a fine 2026 ma solo al verificarsi di più circostanze favorevoli, come la diffusione di progetti di mobilità autonoma o il successo di applicazioni verticali come la localizzazione in tempo reale di beni o mezzi di produzione nei siti industriali remoti. In caso contrario il valore del mercato potrebbe non superare l’asticella del miliardo.
Cosa spinge le imprese ad adottare una rete privata
Ma cosa spinge una impresa ad adottare una rete privata di questo tipo? Alla base c’è una valutazione sulla performance di connettività. Nonostante i risultati in termini di stabilità e latenza garantite dal 5G, spesso le esigenze aziendali, in particolare quelle relative a sistemi complessi in cui comunicano un gran numero di macchine e device diversi (come gli impianti industriali), non possono essere soddisfatte appieno dalla sola rete pubblica. In questi casi la soluzione può essere rappresentata dalle private network, ovvero reti progettate e dispiegate specificamente per un’organizzazione con l’obiettivo di ottimizzare e ridefinire i processi aziendali e di soddisfare le necessità dell’impresa in termini di copertura, prestazioni e sicurezza a livelli impossibili da raggiungere utilizzando una rete pubblica. In generale, sono tre i driver principali che spingono le aziende a scegliere una soluzione di questo tipo: la garanzia di una copertura veloce e affidabile in luoghi con condizioni operative difficili o dove la copertura della rete pubblica è limitata/inesistente (le aree remote); la possibilità di avere il pieno controllo sulla rete, ad esempio per applicare configurazioni non supportate in una rete pubblica e/o incrementare la sicurezza della stessa; il poter avere a disposizione una rete più performante, in grado di supportare applicazioni particolarmente impegnative dal punto di vista prestazionale.
I principali vantaggi delle reti private secondo uno studio Ericsson
Da un recente sondaggio condotto da Ericsson, Endeavor Business Intelligence e IndustryWeek, su un campione di oltre 100 imprese manifatturiere, è emerso che il 30% dei rispondenti ricorre già a reti private basate su tecnologia mobile, mentre l’8% degli intervistati ha pianificato ulteriori investimenti di questo tipo nei prossimi 12-24 mesi. Tra i principali vantaggi evidenziati dagli intervistati, si segnalano: il miglioramento della copertura, il potenziamento della capacità e della velocità di rete, nonché una maggiore affidabilità e possibilità di movimento. Tali opzioni sono state selezionate dal 50% degli intervistati. Gli altri benefici relativi alle reti private 5G riguardano una maggiore sicurezza rispetto alle private network basate su tecnologia Wi-Fi, in virtù del fatto che le prime utilizzano frequenze radio dedicate, oltre a essere facilmente integrabili con le infrastrutture di sicurezza di pertinenza delle aziende. Un ulteriore studio di Ericsson in partnership con Hexagon e Arthur D. Little (novembre 2020), ha analizzato cinque casi studio, prendendo in considerazione alcune medie imprese della filiera automotive in Europa, nell’ambito delle quali vengono utilizzate le private network 5G. Dallo studio è emerso che i robot mobili autonomi (AMR) costituiscono il caso d’uso più maturo e forniscono il maggior valore aggiunto ai produttori. Difatti, per consentire il movimento di questi robot per attività legate alla produzione, come lo spostamento di materiali, è necessario disporre di una connettività altamente affidabile e caratterizzata da bassa latenza, al fine di consentire agli AMR di muoversi e manovrare oggetti liberamente e in maniera sicura, anche in un ambiente caratterizzato dalla presenza di numerosi macchinari, lavoratori e altri dispositivi connessi. Gli stessi robot, inoltre, possono gestire i materiali in maniera più accurata, riducendo sino al 30% il volume degli scarti, con un impatto positivo sui profitti e sulla sostenibilità ambientale. Con riguardo a questo caso d’uso, il return on investment (ROI) a cinque anni è stato stimato pari al 50%. Nel medesimo studio vengono presentate risultanze comunque rilevanti rispetto ai robot collaborativi (Cobot), i quali, sfruttando le caratteristiche sopra richiamate delle reti private 5G, consentono di semplificare l’attività degli operatori del settore manifatturiero, tra cui lavori relativi alla foratura, all’assemblaggio o ai controlli di qualità dei prodotti, garantendo in questo modo anche una maggiore soddisfazione dei clienti. Il ROI a cinque anni per questo caso d’uso è del 44%. Risultati interessanti riguardano anche il connubio tra private network 5G e realtà aumentata (AR), con un ROI a cinque anni stimato pari al 68%. Allo stesso modo, il monitoraggio delle condizioni degli asset aziendali consente, da un lato, di raccogliere i dati dai macchinari ed emettere un avviso tempestivo nel caso in cui sia necessario un intervento di manutenzione, permettendo così di ridurre i costi relativi, ad esempio, a periodi di inattività imprevisti. Il caso d’uso in questione riporta un ROI a cinque anni del 151%. Anche il ricorso ai cosiddetti digital twins, affiancati da un’infrastruttura di rete privata sicura, veloce ed altamente controllabile, ammette una serie di vantaggi per le imprese manifatturiere, tra cui la possibilità di testare scenari e attività operative senza, di fatto, modificare fisicamente un oggetto, un componente o un impianto. In tal caso, il report prevede un ROI a cinque anni del 28%. In ultimo, lo studio conclude che, quando tutti e cinque i casi menzionati sono utilizzati congiuntamente, possono raggiungere un ROI complessivo a cinque anni pari al 116%.
La diffusione delle reti private a livello globale
Secondo i dati raccolti dalla Global Mobile Suppliers Association (GSA), al terzo trimestre di quest’anno risultano essere state implementate 1.279 reti private a livello globale, con un aumento di circa il 34% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 142,2% sul terzo trimestre 2021. L’Europa non è all’avanguardia in questo settore e l’Italia è nel vagone di coda di questo convoglio. Gli ultimi dati dello European 5G Observatory (settembre 2023) individuano 94 implementazioni di reti private mobili aziendali dislocate in 21 Stati Membri Ue con una maggiore concentrazione in Germania (20) e in Francia (13), mentre in Italia risultano attive solo quattro reti di questo tipo. Dal punto di vista settoriale, dall’analisi emerge una netta prevalenza dell’industria, che conta 50 casi, mentre al secondo posto si trova il comparto dei trasporti con 20. Relativamente all’Italia, gran parte di questi riguardano l’industria – ne è un esempio la collaborazione tra WindTre Business e il terminal Psa Italy di Genova Prà, che punta a realizzare nei prossimi anni uno Smart Port a Genova basato su una private network 5G sicura, performante ed espandibile – e uno all’ambito istruzione e ricerca.
I casi italiani
Le private network 5G rappresentano quindi uno strumento prezioso per migliorare la produttività e la sicurezza di tutte le funzioni aziendali. Purtroppo l’Italia, come mostrato in precedenza, appare ad oggi molto indietro rispetto alle altre principali economie europee. Tuttavia, nel nostro Paese sono presenti già alcuni progetti che vanno nella direzione di adottare questa tipologia di connettività. Ad esempio, Vodafone Business e Snam hanno concluso recentemente un accordo per implementare il 5G a fini di monitoraggio e controllo dell’attività di impianti di stoccaggio e distribuzione del gas sul territorio nazionale. L’obiettivo è di realizzare un’infrastruttura di rete privata 5G ibrida, ossia integrata alla rete 5G pubblica di Vodafone, da collegare a 23 impianti di Snam entro i prossimi 18 mesi.
WindTre business a Genova
Altra iniziativa di rilievo riguarda l’avvio della collaborazione tra WindTre Business e il terminal Psa Italy di Genova Prà, che punta a realizzare nei prossimi anni uno Smart Port a Genova, che sia basato su una private network 5G sicura, performante ed espandibile. Peraltro, il progetto in questione punta a divenire un modello replicabile in altri contesti logistici e industriali.
L’esempio di Vodafone business e Porsche
Lo scorso dicembre, Vodafone Business e Porsche hanno annunciato la costruzione di una private network 5G ibrida, lungo una superficie di 7 chilometri quadrati in Puglia, più precisamente presso il Nardò Technical Center (NTC) di Porsche. In questo caso, la finalità auspicata è quella di fornire al settore automotive una rete di comunicazione in tempo reale, la quale, sfruttando la combinazione tra parte privata e parte pubblica, promette una latenza ridotta e larghezze di banda più ampie.
Vodafone e l’Università di Palermo
Una partnership di rilievo tra mondo pubblico e privato coinvolge Vodafone Italia e l’Università degli Studi di Palermo. In particolare, tali soggetti – lo scorso 14 febbraio – hanno annunciato la realizzazione di una rete privata 5G ibrida nell’ambito del progetto “5G 4 A Smart Sicilian Academic Campus”. Più nel dettaglio, il progetto si è aggiudicato circa €4 milioni dal piano di finanziamento “Connecting Europe Facility” dell’UE e, grazie al sostengo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e della Regione Sicilia, prevede di fornire – entro i prossimi tre anni – una copertura 5G ad hoc per UniPa, ivi inclusa la sede distaccata di Trapani e il Policlinico Universitario Paolo Giaccone. L’obiettivo dichiarato è quello di consentire, fra l’altro, la creazione di dieci “classi aumentate”, ognuna dotata di dispositivi di Extended Reality (XR), oltre che sistemi di mirroring per consentire un’esperienza educativa immersiva e da remoto.
Una mobile private network per la rete elettrica: al via la piattaforma Terna-WindTre
Appena annunciata è la partnership tra WindTre e Terna, con quest’ultima che ha scelto una rete mobile privata WindTre come soluzione tecnologica ideale per migliorare l’efficienza operativa basata sulla gestione dei flussi di dati provenienti dai sensori lungo le sue linee elettriche. Il progetto, che ha già preso il via, prevede la realizzazione e la gestione di una mobile virtual network platform, un’infrastruttura di rete privata, che consentirà a Terna di ottimizzare i processi di comunicazione e gestire ancora più efficacemente le proprie infrastrutture attraverso la digitalizzazione degli asset. La soluzione permetterà l’ottimizzazione della rete, la previsione di fabbisogni e generazione e la manutenzione predittiva e si affianca alla rete in fibra per le stazioni e le sottostazioni elettriche di Terna. Il servizio di accesso mobile di WindTre è stato integrato per realizzare una soluzione su misura per le esigenze specifiche di Terna in modalità ibrida 4/5G. Terna, che gestisce la rete di trasmissione nazionale italiana dell’elettricità, con circa 75.000 km di linee elettriche ad alta e altissima tensione e oltre 900 stazioni elettriche su tutto il territorio italiano, beneficerà del potenziamento dei flussi informativi provenienti dalla sensoristica distribuita sulle proprie linee, sviluppando un modello di gestione sempre più digitalizzato e proattivo grazie ai Big data.
Cosa serve per aiutare il settore a crescere in Italia
Un aiuto decisivo per lo sviluppo di questo importante segmento del mercato delle Tlc potrebbe arrivare dal Governo a cui competono le scelte sulle agevolazioni fiscali da applicare nell’ambito del piano “Transizione 5.0”. Al momento, tuttavia, Palazzo Chigi non ha incluso le infrastrutture di rete abilitanti le telecomunicazioni nel novero degli interventi oggetto di incentivazione. Le politiche di sostegno alla domanda dovrebbero concentrarsi sulle piccole e medie aziende che non sono in grado di attivare progetti complessi e che tuttavia verrebbero avviate sulla strada della digitalizzazione. In Italia le microimprese sono circa 4 milioni, e rappresentano quasi il 95% delle aziende attive sul territorio e più del 26% del valore aggiunto realizzato. Nell’ottica del miglioramento della copertura e delle performance delle reti 5G, e vista la crescente richiesta di connettività mobile appare necessario lo sviluppo di coperture indoor dedicate. Si tratta dei cosiddetti DAS (Distributed Antenna System), che migliorano la ricezione del segnale degli operatori mobili in aree particolarmente dense e affollate o dove il segnale non risulta sufficiente ad assicurare una ricezione ottimale (ospedali, musei, centri commerciali, stadi ecc.). Le coperture DAS sono realizzate in ottica multi-operatore e consentono di migliorare il servizio radiomobile per tutti clienti in mobilità presenti nell’area, ma possono essere utili anche per lo sviluppo delle reti private che avrebbero modo di sfruttare la stessa infrastruttura di copertura, utilizzando le frequenze dedicate, ma anche quelle pubbliche, con evidenti vantaggi di ottimizzazione dei costi e degli impatti visivi.
Riflessioni finali
Alte prestazioni e maggiore sicurezza sono le ragioni che spingono le imprese ad adottare una infrastruttura come le reti private in modalità 5G. Il segmento si conferma una frontiera promettere per gli operatori che agiscono in questo settore i quali, tuttavia, si trovano ad operare con modalità spesso segmentate e ancora troppo limitate per creare un autentico nuovo modello di business. Resta sullo sfondo la possibilità di sostenere questo settore attraverso un sistema di incentivazione da parte del Governo o della PA ma, al momento, questa soluzione sembra restare nel campo delle ipotesi piuttosto che delle opportunità concrete. Lo scenario che sembra più concreto è, infatti, quello che vede le reti private 5G restare un segmento di nicchia ma con un alto potenziale di sviluppo. Auguriamoci che un intervento strutturato delle istituzioni possa dare un impulso importante alla crescita di questo modello non ancora sufficientemente implementato nel nostro paese.